Quando è nata la penna Bic?

7 Febbraio 2022

La Bic, o biro, coincide con l’idea stessa di penna. Se gli scacchi fossero fatti di penne, i pedoni sarebbero sicuramente tutte Bic. Tutti noi abbiamo avuto decine di queste penne e sappiamo nel dettaglio come sono fatte. Una penna Bic, infatti, non può mancare in un cartoleria che si rispetti proprio perché, come si suol dire, sono le basi.

Eppure se provate a chiedere qual è la storia di questa penna a sfera vedrete che saranno in pochi a sapervela raccontare. Come molte vicende legate all’industria del ‘900 si tratta di circostanze ricche di aneddoti che meritano di essere raccontate. Come sapete noi siamo cartolaie e ci piacciono le penne ma siamo anche librarie e ci piacciono le storie. Con la Bic facciamo briscola, insomma 🙂
E allora… ecco a voi la storia della penna Bic.

All’inizio di tutto c’è un’intuizione geniale di un giornalista ungherese che odiava sporcarsi le mani con l’inchiostro dei pennini: usare una piccola sfera di acciaio per scrivere sulla carta con il denso inchiostro tiopografico all’epoca inutilizzabile per le penne. Questo giornalista amante delle invenzioni si chiamava László József Bíró (da cui appunto biro) e l’illuminazione avviene a Budapest sul finire degli anni ’30. Assieme al fratello, chimico, realizza i primi prototipi di penna a sfera. Arriva la guerra e Bíró è costretto ad abbandonare i suoi propositi imprenditoriali: è ebreo e la situazione nella sua terra si sta facendo sempre più complicata. Capisce che per mettere in salvo la pelle deve andare via e scappa dall’Ungheria raggiungendo infine la remota Argentina.

Qui l’inventore ungherese prova a riprendere la produzione della sua penna a sfera ma a causa dei costi di produzione alti non riesce ad avviarla su larga scala. Interviene a questo punto un personaggio importante, il barone italo francese Marcel Bich che acquista il brevetto della penna e grazie ai capitali di cui dispone riesce a fare l’investimento iniziale necessario ad avviare la produzione. La prima penna Bic (nome del Barone, senza la “h”) viene così venduta a New York nell’ottobre del 1945 e diventa in breve tempo un caso commerciale senza precedenti. Il successo è immediato e planetario. László József Bíró aveva inventato un oggetto incredibile e il barone Marcel Bich aveva saputo come utilizzarlo.

Purtroppo mentre il barone si arricchirà oltremodo grazie ai profitti ottenuti vendendo penne a sfera in tutto il mondo, l’inventore della tecnologia avrà una vita molto meno fortunata e morirà in miseria nei sobborghi di Buenos Aires nel 1985. Noi che stiamo sempre e comunque dalla parte degli inventori e degli sfigati possiamo cercare, se non altro, di rendergli giustizia ricordando la sua storia e la sua straordinaria intelligenza. E allora viva sempre e comunque László József Bíró!

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